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Proibizionismo, un "nobile experimento" da non ripetere

Benché in valore assoluto produca indubbiamente un abbattimento dei consumi totali, ogni prospettiva del Proibizionismo rispetto a qualsiasi analisi storica, economica, politica e sociale, ha sempre dimostrato (e continua a farlo ancora oggi) che il divieto di produzione, trasporto e vendita di bevande alcoliche, produce risvolti pericolosi sulla popolazione, come per esempio l’aumento della criminalità organizzata, il diffondersi incontrollato di prodotti adulterati e la diminuzione del gettito fiscale.

Vivere in libertà conoscendo ciò che si beve è il miglior modo di salvaguardare la salute, ecco perché il Proibizionismo Americano originato dal 18° emendamento della Costituzione nel 1920 e durato per 13 anni, non ha prodotto che criminalità organizzata, facendo diventare Al Capone un gangster fra i più popolari, ricchi e potenti degli Usa.

Le radici del proibizionismo

Le fondamenta del Proibizionismo risalgono al XVII secolo, quando coloni europei trasferirono sulle coste orientali statunitensi gli strumenti per la produzione di alcolici.

Già nel 1700 l’America coloniale si dimostrava soggiogata al consumo incontrollato di alcol, negli anni ’30 dello stesso secolo, la Gran Bretagna proibì i trasporti di alcolici in Georgia, Paese allarmato dal forte consumo di brandy e rum in quella zona.

I Georgiani iniziarono a importare i liquori dalla Carolina del Sud, e, ironia della sorte, il divieto durò 13 anni, frammento di tempo uguale al Proibizionismo del XX secolo.

I movimenti per la Temperanza e la condanna dei Saloon

A cavallo fra il XIX e il XX secolo iniziarono a sorgere i primi Movimenti per la Temperanza ma non riuscirono mai ad avere la meglio, furono i Saloon ad attirare l’attenzione dei politici e dei movimenti proibizionisti, perché si verificavano costantemente episodi di disordine pubblico.

A causa della dipendenza dall’alcol, molti uomini non erano in grado di lavorare e di fornire sostentamento alle mogli, e in un periodo in cui la donna era fortemente dipendente dal marito, fu questa la molla che spinse molte donne a organizzarsi per protestare contro l’abuso di alcol.

Nel 1893 venne fondata l’Anti Saloon League, che a differenza degli altri movimenti contro gli alcolici non era composto principalmente da donne ma anche da molti uomini.

Il 1920 e il 18° Emendamento: divieto produrre, trasportare e vendere alcolici

Erano sempre di più gli americani che provavano risentimento per una società che spingeva gli uomini a sperperare i loro guadagni in alcol e vizi, i saloon entrarono nell’occhio del ciclone e la politica agli inizi del XX secolo iniziava a compiere i primi passi per mettere in piedi questo Nobile Experimento dal nome Proibizionismo, che avrebbe generato risvolti negativi tutt’altro che trascurabili.

Fu il Volsteatd Act a mettere in pratica il Proibizionismo, era il testo legislativo che prendeva il nome da Andrew Volstead, deputato che formulò questa proposta di legge che includeva il divieto di fabbricazione, importazione e vendita di prodotti alcolici.

Il Volsteat Act è considerato anche come l’atto di nascita autentico dell’impero criminale costruito totalmente sul contrabbando degli alcolici. Di conseguenza sorsero presto anche i locali che vendevano alcol illegalmente conosciuti anche con il termine di Speakeasy, ossia Parlare Piano, con lo scopo di non farsi scoprire dalle forze dell’ordine e bere illegalmente gli alcolici.

Era il 17 gennaio del 1920 quando il 18° Emendamento prosciugava le riserve alcoliche degli Stati Uniti d’America, da quel momento ogni produzione, trasporto e vendita di qualsiasi bevanda con gradazione alcolica superiore allo 0,5% fu reso illegale. Iniziò così l’era dell’alcol di contrabbando.

Roosvelt e il 21° Emendamento: l’America torna libera di bere nel 1933

È possibile limitare l’essere umano sul consumo di bevande naturali esistite sin dall’inizio dei tempi?

Questa è la domanda a cui ha risposto la storia con un grandissimo No. Il Proibizionismo ha portato soltanto benefici ai clan della malavita che si sono arricchiti grazie al contrabbando, minori controlli sulla qualità degli alcolici e maggiori entusiasmi quando si beveva alcol: in fondo si stava infrangendo la legge.

Roosvelt colse la palla al balzo per la campagna delle elezioni presidenziali del 1933, gli alcolici avrebbero potuto aumentare le entrate federali di centinaia di milioni di dollari ogni anno e quando vinse le elezioni, impiegò ben poco per porre fine a quella che ormai era considerata dall’opinione pubblica una piaga, per ridare la libertà di bere alcolici ai cittadini americani con il 21° Emendamento che aboliva una volta per tutte il Proibizionismo Americano.

Il Proibizionismo nasce sicuramente come un “nobile experimento” ma viste tutte le conseguenze negative sotto ogni prospettiva, è diventato un errore da non ripetere assolutamente.

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